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Dire è già fare

31SabatoMaggio
DIRE FARE COMUNICARE | 
Se è vero che spesso non siamo trattati come vorremmo, è anche vero che, modificando la nostra comunicazione, possiamo cambiare la relazione con l’altro.

 

Dire è già fare

Relazioni e trasformazioni nel Parkinson

di Massimo Crucitti

Nella malattia di Parkinson, la comunicazione può sembrare un aspetto secondario

rispetto ai sintomi motori o ai farmaci. Ma se si va oltre lo scambio di informazioni e

si entra nella complessità delle relazioni, le cose cambiano. Questo articolo nasce

dall’esperienza condivisa di un gruppo di persone con Parkinson che, grazie al

progetto Dire Fare Comunicare, hanno riscoperto la forza delle relazioni

interpersonali. Una riflessione che si rivolge non solo a chi convive con la malattia,

ma anche a chi se ne occupa come operatore sanitario.

Da settembre scorso ad aprile di quest’anno, dodici persone con Parkinson hanno

partecipato a quattordici incontri di gruppo online, nella Palestra di comunicazione

interpersonale: Dire Fare Comunicare, un’iniziativa che ho potuto realizzare grazie al

contributo di A.I.G.P. (Associazione Italiana Giovani Parkinsoniani) e dei suoi

sostenitori.

Gli esiti di questa esperienza hanno superato ogni mia aspettativa. Essendo io

stesso una persona con Parkinson e ricoprendo il ruolo di conduttore, l’impegno

richiesto era intenso. Eppure, spesso, al termine di una sessione, mi sentivo pieno di

energia — e lo stesso entusiasmo veniva condiviso dagli altri partecipanti.

Come ci siamo riusciti?

Mettendoci in gioco, sperimentando le relazioni interpersonali. L’interazione di

gruppo ha favorito il rilascio di ossitocina, un ormone neurotrasmettitore capace di

generare una sensazione di benessere.

Le parole possono davvero avere questo potere?

Sembra proprio di sì. Con la parola si battezza un bambino, si uniscono due persone

in matrimonio, si condanna un imputato all’ergastolo. Non si tratta di astrazioni: le

parole producono effetti concreti.

Dire è già fare!

Negli esempi appena citati, è la comunicazione ad agire sulle relazioni umane. Ma è

vero anche il contrario: le relazioni influenzano la comunicazione.

Se, ad esempio, decidiamo consapevolmente di modificare il nostro modo di

comunicare con il partner, qualcosa cambierà anche nella relazione. Questo

cambiamento influenzerà a sua volta la comunicazione stessa. A quel punto, ci

accorgiamo che il nostro controllo è solo parziale — così come gli obiettivi strategici

che speravamo di raggiungere. Occorre allora continuamente aggiustare il tiro.

Al termine di ogni incontro del gruppo, assegnavo un piccolo compito per la sessione

successiva: vere e proprie provocazioni comunicative, che spesso si traducevano in

episodi da raccontare e, talvolta, da simulare.Abbiamo anche messo in scena un episodio medico-paziente, in cui i ruoli erano

invertiti: un medico interpretava il paziente, e viceversa. L’apprendimento

esperienziale che ne è derivato è stato estremamente potente. Il medico ha potuto

sperimentare sulla propria pelle cosa significhi essere paziente, ma altrettanto

significativa è stata l’esperienza vissuta dal paziente nei panni del medico. Entrambi

sono rimasti sorpresi dall’apertura di orizzonti a cui sono approdati — e con loro tutto

il gruppo.

È proprio la sorpresa, il trovare qualcosa che va oltre le aspettative, a mettere in

moto la dopamina. Ma anche qui vale il contrario: un eccesso di dopamina — talvolta

indotto dai farmaci utilizzati per contrastare i sintomi del Parkinson — può alimentare

comportamenti compulsivi, come nel caso della ludopatia, spingendo alla continua

ricerca di gratificazioni sempre più intense.

In questo equilibrio delicato tra apertura e contenimento, è stata fondamentale la

costante supervisione della psicoterapeuta Francesca Mameli, competente nella

nostra patologia. Il suo contributo è stato sia protettivo che generativo: grazie a lei ho

potuto condurre i gruppi con serenità, riflettere su quanto emerso e, soprattutto,

sviluppare nuove idee per il prossimo ciclo di incontri, che prenderà il via questo

autunno, sempre presso A.I.G.P.

Questa esperienza ci ha insegnato che crescere, nonostante tutto, è ancora

possibile e che sì: dire è già fare!

 

 

 

 

PALESTRA DI COMUNICAZIONE INTERPERSONALE

 

 

 

 

Massimo Crucitti

Counselor sistemico relazionale
Fino al 2014, presso il Centro Milanese di Terapia della Famiglia, colloqui di counseling individuali e di gruppo.
Ad oggi, tutor per uomini autori di violenza presso “Uomini non più violenti si diventa”.
Da alcuni anni ha il Parkinson.

 

 

 

 

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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